A tutti quelli che amano la terra, ma che quasi mai la toccano.
Progetto Ôrti-ga
Il progetto Ôrti-ga nasce dalla volontà di alcuni individui di cambiare la propria vita ridefinendo il proprio quotidiano attraverso nuove pratiche, concentrate a recuperare la capacità di alimentarsi in modo corretto, sano e naturale e sopratutto autonomo senza dipendere dal mercato/capitale, dalle varie filiere del consumo in gran parte prefabbricato, disinfettato e confezionato in cui siamo costretti senza apparente possibilità di fuga…
Vogliamo vivere, uscire da questo stato di dipendenza soporifera in cui il mito del progresso e della tecnologia ci ha portato, illudendoci con l’ immagine di uomini in grado di fare tutto, finchè esiste un motore a scoppio o un impianto elettrico in cui inserire i nostri strumenti (se li possediamo).
Rifiutiamo questa esistenza di plastica per riscoprire la gioia della convivialità, dell’ autonomia e della libertà dalle cose e dai soggetti (senza dimenticare i predicati e i predicatori), alla ricerca della pienezza del vivere circondati non da cose inanimate, ma dalla natura di cui facciamo parte integrante come insieme vivente .
Ci proponiamo di raggiungere questo obbiettivo costruendo un percorso di pratiche di agricoltura biologica, sinergica o quant’ altro ci permetta di avere la necessaria quantità di cibo utile al nostro sostentamento; cercando nell’unione delle nostre conoscenze, capacità e volontà, la strada più semplice e meno faticosa per poter raggiungere tale obbiettivo; riducendo al minimo indispensabile l’impatto sull’ambiente, la fatica, il tempo lavoro e le relazioni con la società che ci circonda e l’eventuale vendita (mercato!!!!) dei prodotti della terra se non per il minimo necessario, valido all’ autofinanziamento dei materiali e delle sementi.
Vogliamo oltre il lavoro nei campi, recuperare tutte quelle conoscenze perdute sulla conservazione dei cibi, lo scambio dei semi, la produzione di beni.
Vogliamo essere una comunità sempre in movimento e in evoluzione in cui poter sviluppare il nostro immaginario.
Vogliamo condividere e cooperare in questa nostra idea con chiunque si senta a disagio in questa società e senta l’esigenza di avere un’ esistenza altra, partecipando attivamente in modo totale o parziale all’ esperienza, estendendo al reale il rifiuto della società oltre la pur necessaria critica e resistenza, anche nella più pratica quotidianità.
Per fare questo vogliamo cominciare – anche – da un orto collettivo, condiviso da qualcosa di tangibile e molto concreto sul quale non fermarsi a immaginare un nuovo quotidiano ma cercando di costruirlo in autogestione fin a da subito.
Perchè vogliamo che il nostro orto sia l’inizio della nostra personale rivoluzione. A schiena dritta